Ricerca medica e strutture sanitarie

Il Reiki come trattamento complementare alla medicina convenzionale

Da 30 anni a questa parte, il Reiki è una delle medicine alternative più studiate scientificamente e clinicamente a livello internazionale. Medici, ricercatori ed operatori reiki collaborano e sottopongono a test e indagini sperimentali, con sempre più rigore metodologico, questa disciplina, dimostrandone l’assenza di effetti collaterali e verificandone i benefici, anche nel trattamento del dolore cronico e di quello acuto.
Tanti studi si stanno facendo, e si sono fatti, sugli effetti fisiologici, soprattutto per quanto riguarda la gestione del dolore, e in oncologia, l’effetto sul cuore, sulla guarigione delle ferite, sull’ansia, sulla depressione, sui valori ematici e su altre patologie come la neutropenia (conseguenza della chemio che espone a gravi infezioni) e il diabete.

 

 

La ricerca scientifica e medica

Uno dei primi studi conosciuti risale al 1985: è stato condotto da due ricercatori, William Braud e Marilyn Schlitz, che, con strumentazione rudimentale, hanno indagato sugli effetti del reiki a distanza sullo stress dimostrando che il reiki incrementa effettivamente il benessere complessivo e allevia il dolore.

Si svolgono poi importanti studi anche in Italia.
Un importante progetto è stato avviato nel 2003 con il nome Reiki in Ospedale: si tratta di un progetto di ricerca, nato nella Struttura Complessa di Oncologia Medica delle Molinette di Torino, in collaborazione con l’Associazione Cerchio di Luce, i cui risultati evidenziano i benefici dei trattamento Reiki sui malati oncologici nel corso delle diverse fasi della malattia.
Il progetto ha incontrato un largo consenso tra i pazienti tanto che, dal 2005, i trattamenti reiki sono stati inseriti nella Guida ai servizi aziendali e territoriali del COES e sul sito ufficiale della Rete Oncologica Piemontese.
Dei risultati della sperimentazione ne ha parlato anche la stampa: di seguito due stralci di articolo, il primo apparso nella cronaca di Torino di La Repubblica, il secondo su La Stampa, il 2 febbraio 2007.

Dall’esperienza di altri Paesi nel mondo, (il reiki) è arrivato negli ospedali anche in Italia ed è stato sperimentato tra i pazienti oncologici in un primo studio pilota effettuato al COES, il centro oncologico delle Molinette. Il risultato è a dir poco sorprendente. Il 98% delle persone trattate con il Reiki ha dichiarato di averne tratto un beneficio psicofisico. La sensazione descritta è di un sensibile calo dell’ansia soppiantata da un effetto di rilassamento generale, accompagnato da una piacevole sensazione di calore e da un notevole miglioramento dell’umore. In una piccola percentuale (il 10%) i pazienti hanno dichiarato di aver avvertito anche una riduzione del dolore
– La Repubblica –

Lo studio effettuato sull’efficacia del Reiki, in integrazione alle terapie dei pazienti con neoplasie avanzate, rivela che i 94 trattamenti eseguiti hanno portato beneficio nel 98% dei casi. Il benessere è prodotto da un effetto di rilassamento, accompagnato da una piacevole sensazione di calore e da un notevole miglioramento dell’umore: lo stato emotivo di tranquillità in alcuni casi si protrae anche per alcuni giorni dopo il trattamento. Alcuni pazienti hanno riferito di aver notato un miglioramento della qualità del sonno
– La Stampa –

Per approfondimenti, rimando al sito dell’Associazione Cerchio di Luce, in cui potete trovare la descrizione del progetto e varie pubblicazioni fra cui quella della rivista scientifica American Journal of Hospice and Palliative Medicine che parla proprio dei risultati ottenuti dalle ricerche effettuate all’Ospedale di Torino.

Altri studi sono stati condotti dalla Dott.ssa Silvia Cecchini, su portatrici di infezione cervicale da HPV, e dalla Dott.ssa Luisa Merati che coordina un progetto di ricerca presso l’ospedale San Carlo Borromeo di Milano sull’efficacia del reiki nella terapia dell’emicrania con un ciclo di trattamenti a pagamento. Nel primo caso i risultati hanno evidenziato che, dopo 6 mesi, la percentuale di regressione spontanea dell’HPV è stata del 27% per le pazienti non trattate con il reiki, e dell’83% per quelle trattata con il reiki. Nel secondo caso i trattamenti hanno indotto, nella quasi totalità delle sedute, uno stato di rilassamento medio / profondo, nonostante i pazienti che soffrono di emicranie abbiano difficoltà ad abbandonare il controllo e a lasciarsi andare. Per approfondimenti rimando a quest’articolo su Lifegate.
La stessa Silvia Cecchini, sul suo sito internet, ha lanciato un appello per l’introduzione del Reiki nel Sistema Sanitario Nazionale (S.S.N.), dichiarando che sarebbe un grande passo avanti per ogni ospedale promuovere corsi di aggiornamento per personale medico e paramedico sul Reiki.

Anche nel reparto oncologico dell’Ospedale Cardinal Massaia di Asti è stata avviata, nel 2008, una ricerca scientifica, approvata dal Comitato etico di Alessandria, sui benefici dei trattamenti reiki per gli ammalati sottoposti a chemio o radioterapia. Il reparto, diretto dal primario Franco Testore, ha ottenuto, sesto in Italia, l’accreditamento all’eccellenza ed è stato segnalato tra i 5 migliori del Paese per l’umanizzazione delle cure.

 

L’organizzazione Mondiale della Sanità e le discipline complementari

Dichiarazione dell’OMS a Ginevra nel 1996:

“Ampi gruppi di popolazione in ogni Paese stanno usando approcci tradizionali e complementari per mantenere e curare la propria salute.
In molti luoghi gli infermieri sono stati innovatori di questo movimento.
Alcuni di questi approcci complementari possono far parte di un piano terapeutico e favorire l’assistenza infermieristica.”

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) segue con attenzione da anni il ritorno alle terapie non convenzionali e la loro diffusione, tanto che proprio nell’ambito del Centro per le medicine tradizionali dell’OMS sono state prodotte delle linee guida per la pratica dell’agopuntura e per la ricerca sulle medicine complementari. La traduzione italiana delle linee guida è stata presentata il 5 ottobre 2002 a Milano, nel corso di un convegno che si è svolto all’Università Statale. Durante il convegno Xiaroui Zhang, coordinatrice del Centro per le medicine tradizionali, ha elencato gli obiettivi del Centro OMS: favorire l’integrazione delle medicine complementari nei sistemi sanitari pubblici o assicurativi, produrre studi di efficacia sulle diverse terapie, fare in modo che le cure siano accessibili a tutti, ma nello stesso tempo distribuite in modo razionale.

 

Il Reiki nelle strutture sanitarie

reiki-e-sanita2Alla ricerca scientifica è seguito l’inserimento del Reiki negli ospedali, sia per la formazione del personale medico, che come terapia complementare nel trattamento di varie patologie.
Il Reiki è infatti di grande aiuto per l’operatore sanitario dal momento che la sua è una professione che sottopone la persona a stress, per i continui cambiamenti d’orario dovuto ai turni, e alla fatica fisica; il Reiki aiuta a riprendersi da fatica e stress, migliora la qualità del sonno e rinforza il sistema immunitario. Proprio per questo ll CESPI di Torino, ente di formazione per gli infermieri collegato all’Ipasvi (Collegio degli infermieri), dall’autunno del 2002 include corsi di Reiki nel suo programma. Anche negli USA corsi di Reiki sono stati inseriti dalle associazioni professionali tra quelli che danno diritto all’acquisizione di crediti formativi, da noi chiamati CEU (Continuing Education Units). Nei centri statunitensi e nel Canada viene utilizzato per lo più dal personale infermieristico e dai fisioterapisti e rientra nel curriculum formativo di queste figure professionali. Inoltre è utilizzato anche da volontari.
Il Reiki, inoltre, è efficace per tranquillizzare e rasserenare i pazienti, ad esempio in fase pre o post operatoria, e come terapia antidolore e può essere utilizzato con successo anche nel reparto di pronto soccorso o in sala operatoria per le sue qualità antiemorragiche, di riequilibrazione della pressione, ecc.
Si vede quindi l’importanza dell’utilizzo di questa disciplina anche nelle strutture sanitarie.
Di seguito alcuni esempi di strutture sanitarie che hanno introdotto il Reiki.

Italia

• Centro di Medicina Psicosomatica dell’Ospedale S. Carlo Borromeo di Milano (tecnica integrativa di rilassamento e analgesia in pazienti affetti da emicrania)
• Ospedale Versilia dell’Azienda Sanitaria della Regione Toscana
• Policlinico di Roma
• Azienda Ospedaliera San Giovanni Battista di Torino, Ospedale Molinette
• Reparto Oncologico dell’ospedale Cardinal Massaia di Asti
• Ospedale San Raffaele di Milano

Svizzera

Alcune assicurazioni e casse mutualistiche che rimborsano i trattamenti di Reiki:

• Groupe Mutuel
• Intras
• Swica
• La Caisse Vaudoise
• Supra

USA

• New York:
Memorial Sloan-kettering Cancer Center (Reiki come terapia individuale per i degenti, a richiesta; corsi di formazione per il personale ospedaliero)
– Manhattan Eye, Ear and Throat Hospital (trattamenti Reiki pre e post operazione e a malati di ogni genere)
– Columbian Presbyterian Medical Center (Reiki utilizzato durante le operazioni a cuore aperto e ai trapianti di cuore)

• Rhode Island:
– Women&Infant Hospital, Providence (Reiki Clinic nel Dipartimento di Oncologia)
– Rhode Island State Nurse’s Association (corsi di Reiki per infermieri)

• California:
– California Pacific Medical Center
– Marin General Hospital, Marin (sperimentazione del Reiki durante gli interventi in sala operatoria)

• Altre zone:
– Tucson Medical Center (TMC) – Arizona
– Portsmouth Regional Hospital – New Hampshire (reparto di Chirurgia)
– University of Michigan Medical School (corsi di Reiki per infermieri e staff ospedaliero, pronto soccorso)
– Alcuni Ospedali del New England (Reiki nella formazione dello staff sanitario)
– Albert Einstein Healthcare Network – Philadelphia (True Gala conduce ricerche scientifiche sull’efficacia del Reiki in casi di AIDS avanzato)
– Dana-Farber Cancer Institute a Boston (oncologia)
– Warren Grant Magnuson Clinical Center of the National Institutes of Health (NIH)

Per maggiori informazioni visitare il sito americano Center for Reiki Research (inglese)

Brasile

• Ospedale di Altinopolis
Programma “Salute nella famiglia”: programma basato sul ricorso, gratuito, sia alla medicina occidentale che a quella orientale e alternativa, in cui il personale medico è stato preventivamente formato. Il risultato è stato una notevole diminuzione della mortalità infantile (la percentuale dei bambini morti alla nascita è scesa dal 30 al 3‰).

 


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